Stop dei vescovi sui nuovi Cpt e iniziano i primi processi per il reato di clandestinità

di isayblog4 27 views0

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“Più che tolleranza, rispetto ed accoglienza” ha dichiarato il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinal Angelo Bagnasco, riferendosi agli ultimi episodi perpetrati ai danni degli immigrati. Molte delle vicende che agitano la vita politica italiana sono state al centro dell’incontro tra il cardinal Bagnasco ed i giornalisti svoltosi al termine della 58.ma plenaria della Cei.

Il discorso del cardinale spazia dalla riforma dei Cpt alla questione dei rom, dalla sicurezza all’importanza dei valori identificativi del popolo italiano, sino alla difesa della laicità dello Stato, che per il cardinale “attinge la sua sorgente nello stesso Vangelo, ‘date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio’, è un valore radicato nel Vangelo – continua il cardinale – al quale la Chiesa tiene sia per il bene dello Stato sia per il bene della Chiesa”. Nonostante il cardinale ha manifestato una certa preoccupazione sia per il clima di intolleranza, che si sta diffondendo nel Paese, sia per alcune decisioni riguardati il pacchetto sicurezza, approvato la settimana scorsa, non ha espresso un giudizio sul Governo in carica. “Noi – ha dichiarato Bagnasco – guardiamo i frutti delle cose, e i frutti possono venire da qualunque fonte”, ovvero la Cei giudicherà l’operato del Governo esclusivamente alla luce dei risultati che otterrà, inoltre, ricordando il discorso del Santo Padre, ha ribadito la propria soddisfazione per il clima instauratosi tra le forze parlamentari.

Il primo pensiero del cardinale va ai Cpt, che non possono tramutarsi in alcun modo in centri di detenzione, “ciò che deve essere temporaneo non deve essere prolungato troppo e tanto meno può diventare permanente – ha dichiarato Bagnasco – gli immigrati sono una risorsa per le società in cui lavorano, qualunque sia il loro status legale, ed è loro diritto che venga affrontato il problema della separazione familiare, temporanea o prolungata”. Ma il presidente della Cei ha esortato il mondo politico italiano: “Tutti speriamo che qualunque provvedimento sia varato dal Parlamento si faccia salvo il duplice principio della sicurezza, che giustamente deve essere assicurata ai cittadini, e dell’accoglienza che caratterizza la storia stessa del nostro popolo. Più che tolleranza – ha aggiunto il cardinale – penso che si debba parlare di rispetto e accoglienza. Occorre -conclude Bagnasco – uno sforzo educativo che non prescinda dal senso della realtà, ma nemmeno dimentichi il riferimento ai valori del nostro popolo”. Lo stesso principio deve servire a risolvere l’annosa questione riguardante le etnie dei rom e dei sinti presenti sul territorio italiano e per far ciò ha ricorda l’esperienza della Fondazione Migrantes che: “nella sua ricca articolazione interna cerca di offrire una risposta pastorale al grande mondo dei migranti e itineranti, con una particolare attenzione al mondo dei rom”.

Le preoccupazioni della Conferenza episcopale per la montante ostilità nei confronti dello straniero è solo l’ultimo appello, in ordine di tempo, ad una maggiore serenità. Solo pochi giorni fa era toccato ad Amnesty international denunciare un sentimento xenofobo nel Bel Paese, a tal punto da scrivere nel Rapporto annuale che: “nel corso del 2007 e della prima metà del 2008 diversi esponenti politici locali e nazionali hanno usato un linguaggio discriminatorio nei confronti dei rom e dei migranti. Nello stesso periodo si sono susseguiti provvedimenti dichiaratamente a protezione della “sicurezza”, in realtà prevalentemente orientati a facilitare l’espulsione dei cittadini dell’UE e dei migranti irregolari”. Come dimenticare, solo per citarne alcuni esempi, gli incendi dolosi a Ponticelli (Na) ai danni di un campo nomadi o le dichiarazioni choc dei bambini, appena undicenni, di Ponticelli che hanno applaudito le molotov contro i rom o ancora le aggressioni a La Sapienza di Roma o il raid al Pigneto (Rm), sono tutti atti, ideologizzati o no, che hanno un’unica matrice: la paura se non addirittura un’insofferenza nei confronti dello straniero, del diverso, dell’altro.

Se il Governo seguirà le indicazioni della Chiesa sui Cpt, ancora non lo si può dire. “C’è da fare in fretta”, dice il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, che parlando dei Centri di permanenza temporanea assicura che “dieci nuovi Centri: verranno presto realizzati. Ho già dato – continua il ministro – un elenco di possibilità a Maroni nel nostro incontro di qualche giorno fa. Ora sta a loro valutarli. Comunque sono ex caserme o ex depositi in buono stato. Ci stavano fino a poco tempo fa i soldati, con poca spesa potrebbero ospitare chi non vuole farsi identificare e cerca di aggirare l’espulsione”.

Nel frattempo Milano è il primo comune dove la polizia municipale ha applicato le nuove norme sul reato di clandestinità. Sono stati processati per direttissima alcuni immigrati: ai primi quattro imputati “milanesi” è stata contestata l’aggravante generica di clandestinità, inserita nell’articolo 61 del Codice Penale al numero 11 bis.

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