Sull’emergenza rifiuti il governo non torna indietro cascasse il mondo. Sembra determinato Silvio Berlusconi. «Troppe volte decisioni assunte non sono state imposte da organi democraticamente eletti» ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi parlando a Napoli e annunciando che non accadrà più che «che piccole minoranze organizzate possano bloccare opere pubbliche».
A Napoli il premier è tornato a difendere il decreto sui rifiuti e a rispondere ai magistrati e all’Italia dei Valori. «Secondo noi – ha detto – non esistono profili di incostituzionalità. È un giudizio fondato sul parere di autorevoli costituzionalisti» ha spiegato il Cavaliere commentando il documento di 70 magistrati della procura di Napoli per i quali il decreto varato per risolvere l’emergenza rifiuti sarebbe incostituzionale. E a proposito della procura partenopea il premier ha anche annunciato che «nel decreto legge c’è la nascita di una Superprocura perché si eviti che singoli magistrati locali possano rompere il circuito positivo, spezzando l’anello per risolvere la situazione rifiuti: è importante che ci sia un’unica responsabilità in grado di prendere decisioni».
La parola d’ordine
Andare avanti con fermezza. È questa la parola d’ordine, all’interno del governo, è quella della fermezza. L’emergenza rifiuti in Campania tiene banco anche al Consiglio dei ministri. Silvio Berlusconi, raccontano fonti ministeriali, spiega le ragioni della visita di questo pomeriggio a Napoli, ribadendo la necessità di uno sforzo comune per fronteggiare l’emergenza, tenendo conto delle esigenze delle popolazioni locali. Il premier è preoccupato dalla situazione ambientale e teme i rischi che il caldo estivo può procurare alla salute dei cittadini. Il Cavaliere vuole ribadire il suo impegno in prima persona e dare un segnale di distensione, perché il confronto con tutti è sempre aperto. La protesta contro le discariche non si placa. C’è sempre il pericolo di possibili blocchi stradali, roghi, incidenti. Senza contare le tensioni sorte dopo l’ultima inchiesta dei giudici partenopei (che ha toccato anche alcuni dei più stretti collaboratori del sottosegretario Guido Bertolaso) e le polemiche legate alla «superprocura» prevista nel decreto governativo sull’emergenza immondizia.
Sostegno a Bertolaso
Il presidente del Consiglio, riferiscono alcuni partecipanti al Cdm, sarebbe preoccupato, infatti, anche per i risvolti giudiziari della vicenda, che ostacolerebbero il lavoro del capo della Protezione civile. La situazione campana, dunque, presenta tante sfaccettature e va risolta. Per questo, il governo vuol dimostrare che lo Stato c’è. Da qui la necessità di dare un segnale politico forte e concreto. Ed ecco la decisione della trasferta ai piedi del Vesuvio. Una visita per confermare piena fiducia e appoggio all’operato di Bertolaso e per assicurare la vicinanza delle istituzioni e dell’esecutivo alla gente. Un modo per dire che il governo non vuole abbandonare i cittadini in un momento delicato come questo. In tanti, all’interno del Pdl, Lega in testa, si lamentano delle aggressioni di certi magistrati e di una giustizia ad orologeria proprio quando c’è la necessità di uscire subito da una situazione emergenziale.
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