L’Udc si dichiara disponibile a votare sì in Parlamento al pacchetto sicurezza che il governo si appresta a varare ponendo tuttavia alcune condizioni “dirimenti”.
In una conferenza stampa alla Camera Pier Ferdinando Casini, capogruppo del partito, si dichiara contrario all’introduzione del reato di immigrazione clandestina (“un rattoppo peggiore del buco”), chiede che si provveda alla regolarizzazione delle badanti introducendo la figura del ‘garante’ e che si faccia un utilizzo “limitato e ben circostanziato” dei militari per la sicurezza delle città.
“Auspico che solo parzialmente il ‘pacchetto’ assuma la forma del decreto legge – spiega Casini – e che la maggior parte sia contenuto in un ddl che dia spazio al confronto parlamentare. Riteniamo comunque sbagliato introdurre il reato di clandestinità, che avrebbe la natura di slogan propagandistico che intaserebbe sia il sistema giudiziario, sia carcerario”.
Altra condizione, la regolarizzazione per alcune categorie, a cominciare dalle badanti “che svolgono un ruolo essenziale nel nostro sistema assistenziale e che svolgono un’azione di supplenza rispetto alla latitanza delle strutture pubbliche”.
Casini si dice favorevole ad introdurre “il sistema del garante, che in questo caso e’ lo stesso assistito che fa emergere il lavoratore in nero”.
Il leader dell’Udc si mostra poco convinto, invece, del possibile uso del mezzo militare per combattere gli ingressi di clandestini.
“Sono state dette cose che non condivido. L’uso dei militari – dice – dovrebbe essere comunque mirato, limitato nel tempo e circoscritto. Altrimenti non si tiene conto della tradizione italiana e dello stress che grava sullo strumento militare già impegnato nelle missioni internazionali”.
E definisce quindi ‘folklore’ quanto affermato circa la revisione del Trattato di Schengen, una possibilità che “non c’è”.
Quanto alle riaccese polemiche con la Spagna e alle critiche dei ministri spagnoli ai provvedimenti italiani sull’immigrazione, Casini si dice convinto che “i governanti spagnoli abbiano perso un’ottima occasione di stare zitti. Avrebbero fatto una figura migliore”.
“Dare lezione in casa altrui- commenta- è sempre stucchevole” sottolineando che “tra il governo spagnolo e quello del mio Paese io sto col governo del mio Paese”.
Infine l’ex Presidente della Camera nega che il suo partito sia stretto tra Pd e Pdl nel dialogo che sembra avviarsi.
E ribadisce quale sarà il ruolo del suo partito in questa legislatura promettendo ancora una volta “un’opposizione repubblicana”, sui contenuti e senza pregiudiziali.
Ci sono “spazi enormi” e “convergenze e dissensi emergeranno in Parlamento, nel voto sui singoli provvedimenti”, chiarisce.
Con il Pd di Walter Veltroni Casini rassicura: “Non c’è nessuna concorrenza perché il Pd ha la sua collocazione nella sinistra italiana. E anche se ha fatto un grande sforzo di innovazione, siamo così diversi, veniamo da storie e tradizioni così lontane, che essere entrambi all’opposizione non è una situazione che può metterci in difficoltà”. Diverso il rapporto con il Pdl.
“Con molti esponenti del governo- dice Casini- condividiamo l’appartenenza al Ppe. Poi, ci sono state scelte diverse. Anzi, loro hanno scelto di privilegiare l’alleanza con la Lega. In Parlamento appariranno pragmaticamente, le possibili convergenze”.
Quindi nega che la “separazione” dell’Udc dal resto del centrodestra stia continuando a creare fibrillazioni interne ed emorragie: “Emorragie ci sono state nella fase pre-elettorale e certo non hanno comportato emorragie di consensi. Tanti presunti portatori di voti hanno portato via solo loro stessi, non gli elettori”.
Il consenso che l’Udc è riuscito a mantenere, spiega, “ora va capitalizzato”.
Quanto a Di Pietro, Casini lo definisce un “furbacchione” perché “sta colmando il vuoto che si è creato a seguito dell’espulsione dell’estrema sinistra dal Parlamento”.
Per queste ragioni “Di Pietro sta facendo un’opposizione più dura e quindi più visibile, mi sarei meravigliato – aggiunge- se avesse fatto il contrario”.
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