Si volta pagina, il nuovo governo di Silvio Berlusconi è nato con rapidità, chiarezza e novità per dare una prima risposta forte alle richieste di cambiamento espresse in maniera ampia e netta dal corpo elettorale. Il passato comincia a passare, il governo italiano finalmente è più simile a quelli dei più importanti Paesi europei.
Le novità non sono poche. Innanzitutto, l’esecutivo è nato a soli 23 giorni di distanza dalla chiusura delle urne, anche perché di fatto è stato velocizzato, per impulso del premier, il rituale non più rispondente alle esigenze di una democrazia efficiente.
Oltre al tempo guadagnato, la sostanza. Quello presieduto da Silvio Berlusconi è il governo più snello di tutta la storia repubblicana. I ministri con portafoglio sono soltanto 12, un terzo in meno rispetto al governo Prodi; con dicasteri senza portafoglio, viceministri e sottosegretari la squadra sarà di 60 componenti, contro i 102 della primavera 2006.
E’ evidente lo sforzo di rendere più funzionale la macchina decisionale centrale, riducendo i costi ( si tagliano, è solo un piccolo esempio, 40 “auto blu”) e le lungaggini, i conflitti di competenza e le interminabili riunioni per concertare l’azione dei diversi settori.
Importante anche il segnale di ricambio generazionale: su 21 ministri quattro sono donne e nove hanno mano di 40 anni.
L’asciuttezza della squadra è stata propiziata da un dato politico fondamentale: il nuovo governo, è coeso e concorde, non ci sono e non ci saranno componenti che ne freneranno la navigazione remando contro. E’ questa coesione è la prima garanzia sul rispetto degli impegni assunti in campagna elettorale. Il patto di cambiamento e di rilancio stretto con gli italiani sarà onorato.
Tutti questi elementi dimostrano che il governo è “deciso a decidere”, cancellando il ricordo della palude politica in cui s’era impantanato il precedente esecutivo, fra risse, proteste, do decaloghi stracciati, eterni rinvii.
Le difficoltà in cui versa il Paese sono purtroppo note e non sono né piccole né poche, ma c’è l’energia politica e morale, pure in un contesto di responsabile realismo , per affrontarle. Ci sono una visione, un metodo e uno stile realmente nuovi.
L’agenda – Il programma dei primi interventi è fitto, ma Berlusconi e la sua squadra sono pronti ad agire, decidere, scegliere, operare concretamente. Ci sono priorità chiare e definite, indicate dalla stessa realtà italiana e sulle quali si concentrano le attese dei cittadini. Sicurezza – il 70 per cento degli italiani è allarmato dalla criminalità diffusa e dall’immigrazione clandestina -, emergenza rifiuti, questione Alitalia, recupero del potere d’acquisto per lavoratori dipendenti e pensionati, abolizione dell’Ici sulla prima casa.
Il modo in cui il Paese è stato governato negli ultimi venti mesi dalle sinistre ha aggravato tutti questi problemi e si impongono risposte rapide che Silvio Berlusconi è deciso a dare.
I primi interventi per ridurre il carico d’imposte sulla casa e detassare straordinari e premi di produttività per i dipendenti sono già chiari, si darà sollievo a milioni di famiglie italiane messe alle strette da inflazione e pressione fiscale insostenibile. Saranno soltanto i primi segnali di un’inversione di tendenza che diverrà ancora più concreta, per cittadini e imprese, con una graduale e razionale azione di snellimento delle strutture burocratiche e con la riduzione dei costi della macchina-Stato.
Anche sulla sicurezza ci sono idee chiare e volontà d’agire, l’Italia dovrà tornare ad essere un Paese vivibile, più ordinato, nel quale sia più difficile infrangere le leggi e sfuggire alle pene.
Il sospiro di sollievo con cui viene salutata la nascita del nuovo governo segna l’inizio di quella che gli osservatori definiscono la “luna di miele”. Ebbene, questo clima non si dissolverà, il governo Berlusconi è ben deciso a rispondere alla fiducia del popolo sovrano con un impegno adeguato ai bisogni e alle sfide di questa fase storica. E, di là delle urgenze e delle emergenze, guarda lontano, a un Paese rinnovato, perché tutte le “missioni” indicate nella campagna elettorale saranno compiute.
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