Franceschini (PD): Un governo frutto di equilibri di partito e con poche donne

di isayblog4 21 views0

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“Quello annunciato oggi da Berlusconi è un governo costruito tutto su equilibri di partito, senza personalità esterne e della società civile – così Dario Franceschini vicesegretario del PD – e con solo quattro donne non su dodici ministri, come aveva detto il leader PDL, ma su ventuno”. Così Franceschini poco dopo le ore 20 del 6 maggio, appena il leader PDL ha reso nota la lista dei ministri.

Una sorpresa, almeno per la velocità: 21 sono i dicasteri, 12 i ministri con portafoglio e 9 quelli senza. Questa la squadra. Ministri con portafoglio. Esteri: Franco Frattini; Interno: Roberto Maroni; Giustizia: Angelino Alfano; Economia Giulio Tremonti; Difesa: Ignazio La Russa; Sviluppo economico: Claudio Scajola; Pubblica istruzione: Maria Stella Gelmini; Politiche agricole: Luca Zaia; Ambiente: Stefania Prestigiacomo; Iinfrastrutture: Altero Matteoli; Welfare: Maurizio Sacconi; Beni culturali: Sandro Bondi.

Ministri senza portafoglio Riforme: Umberto Bossi; Semplificazione: Roberto Calderoli; Attuazione Programma: Gianfranco Rotondi; Politiche Comunitarie: Andrea Ronchi; Pari Opportunità: Mara Carfagna; Affari regionali: Raffaele Fitto; Politiche giovanili: Giorgia Meloni; Rapporti con parlamento: Elio Vito; Innovazione Renato Brunetta.

Una delusione in tutti i sensi, sia per la spartizione delle poltrone, sia per la presenza della donne, che rappresentano meno di un quinto dei ministri. Di quattro, due sono ministri con portafogli, ossia Stefania Prestigiacomo al ministero dell’Ambiente e Mariastella Gelmini all’Istruzione, mentre nel Governo Prodi erano almeno sei. Solo quattro su 21 ministri, davvero poco.
La componente femminile è una delusione anche per Vittoria Franco, senatrice del PD che la considera “un assoluto passo indietro sul fronte della pari opportunità”.
“Sul fronte della rappresentanza femminile il Berlusconi IV non è certo un esecutivo innovativo – aggiunge la Franco – il numero delle donne è irrilevante, sono quattro ed assumono incarichi istituzionalmente più femminili”. Per la Franco si tratta di un passo indietro “anche rispetto a quanto è accaduto per l’elezione degli uffici di Presidenza di Camera e Senato

www.partitodemocratico.it

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