A Camera e Senato due vicepresidenti alle opposizioni. E’ l’assetto richiesto dal segretario del PD, Walter Veltroni,a marginde del Congresso delle Acli, prefigurando per i democratici un vicepresidente sia alla Camera che al Senato: “Penso che alla Camera una vicepresidenza vada al Pd e una all’Udc e al Senato una al Pd e una all’Idv. Dal voto sono uscite diverse opposizioni, e con queste diverse opposizioni bisognerà avere un rapporto corretto a cominciare dai primi passaggi istituzionali delle vicepresidenze”.
A giudizio di Veltroni, con l’Udc di Casini si dovrà in prospettiva anche “aumentare le occasioni di incontro e di confronto reciproco, perchè nel corso della legislatura andranno costruite le condizioni- dice il segretario del Pd nel suo intervento al congresso delle Acli- per scenari di collaborazione anche più impegnativi”, a condizione che il Pd non si guardi indietro e anzi insista nella sua vocazione di “partito maggioritario, crocevia di valori diversi e riformismi, aperto”.
Anticipare il congresso? “Discuteremo con i segretari regionali l’ipotesi di anticipare il congresso del Pd, “ma ciò che è certo è che sono assolutamente convinto che ci voglia una grande discussione a partire da quel profilo di innovazione programmatica e politica sul quale il Pd deve andare avanti”.
“Le città non si riprendono”. “Ho visto manifesti con scritto ’ci siamo ripresi la città’: lo considero un pessimo primo passo, come quello di fare una manifestazione di una parte politica nella piazza del Campidoglio che è la piazza di tutti i romani”. Così il leader del Pd ha criticato il neo-sindaco romano, Gianni Alemanno. «Io, nel 2001, dissi niente festa in quella piazza perchè è la piazza di tutti i romani”. Veltroni definisce “un brutto inizio” il fatto che i festeggiamenti per il Comune di Roma siano stati “solo di una parte. A chi ritiene di esserci ripresa la città vorrei ricordare che le città non si riprendono,non sono di nessuno, e che le istituzioni appartengono a tutti”.