Il Codacons ha deciso di presentare in 104 Procure una denuncia penale per violazione della legge sulla privacy contro il viceministro uscente dell’Economia Vincenzo Visco, in seguito della pubblicazione on-line dei redditi 2005 degli italiani. Il presidente del Codacons Carlo Rienzi, ha sottolineato come l’articolo 24 della legge 15/2005 “vieti espressamente la diffusione delle denunce dei redditi dei contribuenti”, ma “nel caso dei redditi on line è stata confusa la natura pubblica delle denunce, che nessuno mette in dubbio, con la loro accessibilità. La legge in questione stabilisce che l’accesso è consentito previa domanda a chiunque vi abbia interesse per la tutela di situazioni giuridicamente rilevanti, e deve essere motivato. Così la Pubblica Amministrazione valuta l’interesse del richiedente e concede l’accesso a chiunque abbia tale interesse, che non può certo essere la curiosità o la voglia di vendicarsi del vicino di casa, come più volte ha stabilito il Consiglio di Stato”.
L’articolo 167 del Codice penale, ha sottolineato lo stesso Rienzi, “prevede da 6 a 24 mesi di reclusione nei confronti di chi ha diffuso o concorso a diffondere i dati sensibili in spregio della legge 241/90”. Nella stessa denuncia, il Codacons domanda anche “il sequestro dei dati dei contribuenti da chiunque detenuti, e che si proceda contro chi ne fa commercio, come previsto dal secondo comma dell’articolo 167 del codice penale. Non solo, perchè in base all’articolo 28 della Costituzione anche i consiglieri del viceministro Visco potranno essere citati in giudizio e, supponiamo per assurdo il caso di un ricco contribuente rapito dopo la pubblicazione della sua denuncia dei redditi, in tal caso Visco e i suoi consiglieri potrebbero addirittura essere chiamati a rispondere dell’intero riscatto pagato in relazione al danno prodotto”.
“Tutti i contribuenti i cui redditi siano stati pubblicati sul sito dell’Agenzia delle entrate” – ha concluso Rienzi – “possono scaricare gratuitamente dal sito del Codacons il modello per chiedere tra 500 e 1.000 euro di risarcimento per i danni subiti”.
Nel frattempo, la comunità di Internet si è già virtualmente appropriata dei redditi 2005 degli italiani, malgrado la marcia indietro dell’agenzia delle entrate: i dati, in formato testo, sono stati copiati tempestivamente in modalità “peer to peer” e resi disponibili all’intero web nella stessa modalità.