La priorità del nuovo Governo? “La sicurezza”. La Bossi-Fini verrà ritoccata? “No, la legge c’è, basta applicarla” bene”. I rapporti con gli alleati? “Voteremo la fiducia a Berlusconi, confidando nel fatto che rispetterà gli impegni. Fino ad ora l’ha sempre fatto”. I ministeri? “La quadra dovrebbe essere quella trovata, ma se i ministeri fossero tutti della Lega, i problemi del Paese verrebbero risolti in due settimane”.
E’ un Umberto Bossi pimpante e ciarliero quello che si concede volentieri alle domende dei giornalisti che affollano il cortile di Montecitorio nel giorno di inaugurazione della XVI legislatura repubblicana. Accolto da un fragoroso applauso al suo ingresso in Aula (tributatogli non solo dai deputati di centrodestra, ma anche da molti rappresentanti del centrosinistra), il segretario del Carroccio ha toccato più o meno tutti i temi più attuali della politica italiana.
A proprosito della normativa che disciplina l’immigrazione, Bossi sostiene che “non va cambiata”, si tratta di “applicarla in materia di espulsioni e di freno all’ingresso”. Altro che sanatoria di immigrati, “saniamo il paese”, aggiunge. Parlando ai microfoni di Sky Tg24 dalla Camera, dove sono in corso le votazioni per le elezioni del presidente, Bossi sottolinea la necessità di introdurre il federalismo fiscale, ma prima di tutto, ha voluto sottolineare, “viene la sicurezza. È un problema più grande rispetto al federalismo. Dobbiamo dare al paese il segnale che aspetta. Abbiamo messo in campo Maroni, un uomo che ha la forza per fare il cambiamento”. Per quanto riguarda le riforme, ha ribadito il leader del Carroccio, “occorre passare da uno stato centralista al federalismo fiscale”. Infine la precisazione sui trecentomila uomini armati dei quali aveva fatto accenno in mattinata e che avevano suscitato la solita querelle di dichiarazioni da parte di esponenti di centrosinistra, fra i quali un redivivo Clemente Mastella.
“Mi era stata fatta una domanda sulla sinistra che potrebbe scendere in piazza contro le riforme – ha speigato Bossi – . Ho semplicemente risposto che non abbiamo paura della sinistra. Non siamo quattro gatti, non abbiamo problemi a trovare uomini da mandare in prima linea, verrebbero giù dalle montagne. La Lega è una forza di garanzia per la libertà e la democrazia in questo paese. Se il gioco è democratico, tanto meglio. Speriamo che democraticamente si possa riformare il paese. Ma se la sinistra scende in piazza non abbiamo paura”.