La Festa della Liberazione è la festa di tutti. E’ la festa dell’Italia, il momento in cui si ricordano quelle persone, quei ragazzi che sacrificarono la loro vita per permettere a questo Paese di uscire dal fascismo e cominciare un lungo cammino di libertà e democrazia. E’ la festa di tutti, e ognuno decide in coscienza di passarla come meglio crede. C’è chi sfila al fianco dei partigiani, chi lotta per battaglie democratiche, c’è anche chi protesta contro le cose che non vanno, chi butta in piazza tutto il suo impegno civile e politico.
C’è poi chi decide di passare il 25 aprile invitando a casa una persona che ha dichiarato di non avere mai rinnegato il ventennio fascista. In democrazia, si sa, (quasi) tutto è concesso, ma questo tipo di comportamento, indipendentemente da chi ne è il protagonista, meriterebbe una censura da parte di tutti i cittadini liberi di questo paese.
Il tutto assume una dimensione ben più grave se l’ospite in questione si chiama Giuseppe Ciarrapico, neoeletto senatore della Repubblica, e se il padrone di casa, che si chiama Silvio Berlusconi, si appresta a diventare per la terza volta presidente del Consiglio, vive a cinquecento metri dal luogo in cui oggi il presidente della Repubblica Giorgio Napoletano ha ricordato i martiri che hanno dato vita alla nostra democrazia, e da anni non partecipa ad alcuna manifestazione in loro memoria.
Durissimo il commento del segretario del Partito Democratico Walter Veltroni: “Un atto di questo genere da parte di Silvio Berlusconi è un gesto di sfregio nei confronti dei democratici e di questa grande pagina che ha riguardato la storia italiana. Aver ricevuto a Palazzo Grazioli Ciarrapico, che non ha mai preso le distanze dal ventennio fascista, nel momento in cui gli italiani festeggiano il 25 aprile, giorno della liberazione dal nazifascismo, è un segnale politico che segna una profonda distanza tra chi lo commette e chi invece festeggia una grande festa di libertà”.
Altrettanto deciso il giudizio espresso da Roberto Giachetti: “Non si era mai visto da parte della destra un affondo così arrogante nei confronti del 25 aprile. Il premier in pectore, invece di celebrare la Festa della Liberazione, preferisce ricevere a casa sua chi non ha mai rinnegato il fascismo. Un gesto eclatante, un’offesa intollerabile alla memoria viva di una città come Roma, medaglia d’oro della Resistenza, tra l’altro avvenuta a pochi metri dal quartiere della comunità ebraica della Capitale, una delle più antiche del mondo. Un atto gravissimo e preoccupante da parte di una destra, quella di Alemanno, sempre più radicalizzata ed estremista, che esibisce in maniera aggressiva il suo profondo disprezzo per le radici comuni della nostra Repubblica”.
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