L’offerta presentata per rilevare Alitalia “non è più valida”. Lo ha comunicato ieri sera Air France-Klm. Per la compagnia franco olandese, infatti, “gli accordi contrattuali annunciati il 14 marzo scorso con l’obiettivo di lanciare un’offerta pubblica di scambio non sono più validi dal momento che non sono state soddisfatte le condizioni preliminari al lancio dell’offerta”. Domani, o giovedì al massimo, si terrà un Consiglio dei Ministri che dovrà decidere se dare il via a un prestito ponte o commissariale la compagnia aerea.
A questo punto, le possibili soluzioni non sono molte. In attesa della cordata italiana promessa da Berlusconi, Aeroflot resta scettica mentre Lufthansa ribadisce di non essere interessata. Anche se IntesaSanPaolo ha fatto sapere che potrebbe riaprire il dossier Alitalia se l’operazione fosse di respiro internazionale. E potrebbe farlo “sotto varie forme”, ha detto il presidente del consiglio di gestione, Enrico Salza: occorre che “le bocce si fermino”, “non è accettabile che questa situazione continui cos’, sono dieci anni che perdiamo soldi su Alitalia, ci sono dei limiti”.
Intanto, infuria la polemica politica. In una nota, il Partito Democratico ha sottolineato che “dichiarazioni avventate e comportamenti non responsabili hanno fatto naufragare la trattativa con Air France, mettendo a repentaglio il destino di Alitalia e di decine di migliaia di lavoratori”. La risposta della nuova maggioranza è arrivata dal leghista Roberto Castelli: “Air France non voleva Alitalia, voleva solo affossare Malpensa perché le dà fastidio”.
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