Il nuovo governo intende decidere in tempi brevi quale strada intraprendere per dare un futuro ad Alitalia. Il bivio mostra da un lato un’alleanza internazionale con Air France-Klm e da un altro, come soluzione transitoria, il risanamento attraverso una cordata italiana, con AirOne come partner industriale, per rimandare le nozze con un vettore internazionale a tempi e condizioni migliori. In via XX Settembre, intanto,si studia la struttura e il nome da dare all’iniezione di liquidità, che sarà fatta a condizioni di mercato, come richiesto da Bruxelles, in modo da non incorrere in una sanzione, visto che Alitalia non può usufruire di aiuti di Stato sino al 2011. Forse non si chiamerà prestito ponte, ma qualunque sia la dizione giustificherà la necessità di garantire il diritto alla circolazione dei cittadini. Una decisione bipartisan, quella di garantire la continuità aziendale, emersa durante un incontro a palazzo Chigi, tre giorni fa, fra Enrico e Gianni Letta che torneranno ad incontrarsi in settimana molto probabilmente anche per annunciare ufficialmente il provvedimento. La mossa successiva dovrebbe arrivare da Parigi. Il premier in pectore, Silvio Berlusconi, è disponibile ad andare avanti nel progetto di formare un grande gruppo internazionale con Air France-Klm ma ha chiarito che sarà possibile solo se saranno rispettati i paletti della pari dignità di Alitalia con le altre due compagnie aeree e della direzione italiana per la nostra compagnia che deve essere di bandiera. Il Cavaliere, una volta insediatosi a Palazzo Chigi, ne parlerà con il presidente Nicolas Sarkozy. Intanto, toccherebbe a Jean Cyril Spinetta rispondere. Il suo interesse per Alitalia ma soprattutto per il mercato aereo italiano dovrebbe essere immutato se non addirittura aumentato, guardando a quanto sta accadendo nel panorama mondiale ed europeo del settore. Il numero uno di Air France-Klm dovrebbe quindi rimodellare il piano di acquisizione di Alitalia ma sembra difficile un ripensamento su Malpensa, tanto cara a Umberto Bossi. Parigi, infatti, punta a fare dell’aeroporto Charles de Gaulle il primo in Europa, stando alle 316 misure per cambiare la Francia contenute nel rapporto del presidente della Commissione per la liberazione della crescita, Jacques Attali, che punta a realizzarle nel 2012. Ridare slancio allo scalo varesino, quindi, sarebbe un grande ostacolo. Per garantirsi traffico su Roissy, Air France-Klm ha chiesto che Alitalia mantenga per cinque anni l’attuale portafoglio dei diritti di traffico internazionali. Ed Enac ha sottoscritto il 14 marzo scorso una convenzione con Alitalia a cui assegna diritti di traffico su una sessantina di rotte extra-comunitarie (stabiliti in base ad accordi fra governi) che impedirebbero ad altri vettori di operare. A Malpensa, dove Alitalia ha tagliato 180 voli, si chiede che i diritti vengano resi disponibili per altri vettori. Se la strada francese fosse sbarrata, l’alternativa sarebbe la cordata italiana, a cui ha lavorato Bruno Ermolli per conto del Cavaliere. Con banche e fondi ci sarebbe AirOne, con un ruolo ridimensionato rispetto al progetto iniziale, ma utile a creare un gruppo tutto italiano con la missione di risanare Alitalia. Che potrebbe, allora, andare a nozze con un partner straniero ma con una posizione più forte. E per l’alleanza potrebbe scendere in campo Lufthansa, che ha già un accordo commerciale con AirOne. E questa potrebbe essere una ragione in più per convincere Air France-Klm a scendere a patti.
www.confcommercio.it