“Non è stato un buon avvio”. Così Walter Veltroni aveva esordito in conferenza stampa il giorno dopo le elezioni a proposito dei primi passi del leader del Pdl Silvio Berlusconi in materia di collaborazione e dialogo con quella che sarà la futura opposizione. Un commento, quello di Veltroni, che sembra essere confermato anche dalle mosse che il cavaliere sta intraprendendo anche a livello europeo.
La nomina del commissario europeo che dovrà andare a sostituire Franco Frattini rischia infatti di rappresentare un evitabilissimo terreno di scontro. L’indirizzo preso dalla destra pare sia quello di imporre un nome, a prescindere da un accordo con l’opposizione in questo senso. Cosa che potrebbe rappresentare uno spiacevole precedente. L’atteggiamento di Berlusconi è stato duramente criticato dal segretario del PD.
“Ci auguriamo che da parte di Berlusconi ci sia un cambio di indirizzo per come è cominciata questa fase post elettorale. Per esempio per quanto riguarda la nomina del commissario europeo, spero prevalga il dialogo e non uno spoil system applicato brutalmente fin dall’inizio”. In merito alla nomina del nuovo commissario europeo che dovrà sostituire Frattini, Veltroni spiega: “Sarebbe un errore aggiuntivo – sottolinea Veltroni – se anche per la nomina del commissario Ue si procedesse come per la presidenza delle Camere”.
Il leader dei democratici auspica dunque, sia per le Camere che per la nomina in Ue “nomi autorevoli”. In particolare, per la presidenza dei due rami del Parlamento, Veltroni spera in “personalità in grado di rappresentare la coralità della funzione istituzionale”. Anche il candidato premier dell’Udc, al termine di un incontro avuto con lo stesso Veltroni, ha espresso lo stesso auspicio. “Si auspica che la nomina del commissario europeo avvenga in un clima bipartisan con una consultazione tra maggioranza e opposizione”.
Nella speranza che questi appelli non rimangano inascoltati, c’è da registrare un altro episodio non propriamente ben augurante che ha caratterizzato questo primissimo inizio delle relazioni tra il nascente governo Berlusconi e le istituzioni europee. Incurante del benché minimo riguardo procedurale, il leader del Pdl ha sostenuto che una delle cose più urgenti da fare per rimettere in moto il processo di integrazione europea, sarebbe quello di “ampliare le funzioni della Banca centrale europea, oggi solo dedicata al controllo dell’inflazione”.
Immediata la replica del premier del Lussemburgo e presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker, che si è dichiarato contrario a modificare la missione della Bce, così come proposto da Berlusconi. “L’obiettivo prioritario della Banca centrale europea, secondo il Trattato di Lisbona, consiste nel mantenere la stabilità dei prezzi. E’ questo il suo obiettivo prioritario, molto prioritario”, ha detto Juncker, parlando in margine ad una conferenza a Lussemburgo. “Le raccomandazioni fatte da Berlusconi – ha sottolineato – mi ricordano quelle che lui aveva proposto prima di lasciare il suo posto a Romano Prodi”, ha affermato ancora Juncker.
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