L’ultimo teatro di questa campagna elettorale sono gli studi di Mediaset del Palatino. Ad attendere Walter Veltroni il conduttore di Matrix Enrico Mentana. Si tratta dell’atto finale di una campagna elettorale per certi versi rivoluzionaria messa in atto dal Partito Democratico e dal suo leader. Una staffetta televisiva con il principale esponente dello schieramento a noi avverso, come direbbe Veltroni. Nel cuore e nella testa del segretario PD e di tutti i democratici romani ci sono le fotografie di un pomeriggio splendido passato a Piazza del Popolo, dove 150mila persone, tra cui una serie numerosissima di personalità del mondo della cultura, hanno dato l’ultima spinta a Veltroni verso l’appuntamento elettorale.
Un’intervista, quella di Veltroni a Matrix, che ha ricalcato quello che è stato il messaggio che il PD ha voluto lanciare durante questi due mesi. Un messaggio fatto di speranza, serietà, unità e cambiamento. “Troppo il rispetto per la vita pubblica di questo Paese – dice Veltroni – è un’idea sbagliata quella che considera le istituzioni come una cosa di destra o di sinistra. Chi governa le istituzioni – sottolinea rispondendo alle recenti polemiche sollevate contro il presidente della Repubblica dal leader del Pdl – deve rappresentare tutti gli italiani”.
Un Paese, quello che descrive Veltroni, “grandissimo, ma che ha bisogno di ritrovare orgoglio nazionale. Abbiamo davanti sfide difficili, che devono essere affrontate in un clima più sereno e difficili”. Un Paese che ha bisogno di entrare in Europa anche a livello politico. “Non si può sentire parlare nel 2008 di secessione e dire che gli eroi sono i condannati per mafia. Ma che messaggio diamo ai nostri figli?”. Sfide difficili, problemi concreti che la gente percepisce sulla propria pelle. A partire dalla necessità di intervenire su pensioni, salari, precarietà e occupazione femminile.
“Quando l’inflazione arriva – spiega Veltroni – picchia soprattutto su pensionati, lavoratori dipendenti, giovani, ora non solo più giovani, precari”. E allora sì alle detrazioni fiscali sui salari e gli stipendi. Sì alla contrattazione di secondo livello che favorisca la produttività dei salari. Sì all’innalzamento immediato delle pensioni che non sono ancora state adeguate all’incalzante aumento del costo della vita. E sì, soprattutto ad un intervento che punti a limitare “quella grande ingiustizia sociale che è la precarizzazione della vita”. Quello di cui necessita questo Paese, sottolinea Veltroni, “è ritornare a crescere”. E per farlo, “non può prescindere da un grande patto tra i produttori, tra lavoratori, commercianti, artigiani, imprenditori”.
Una vera sfida riformista, il cui cuore sta proprio nella conciliazione tra sviluppo e riduzione delle intollerabili disuguaglianze che caratterizzano la nostra società. “Per la prima volta nella storia di questo Paese c’è un grande partito riformista democratico” che può farsi portatore di questa sfida. Una sfida che deve pervadere tutta l’Italia, dal nord-est, “che il centrosinistra ha colpevolmente dimenticato negli ultimi anni”, al sud, “che per poter parlare di sviluppo, deve prima ristabilire la legalità, in una terra che non può più sopportare che ci siano forze criminali che succhiano energia a una parte di questo Paese”.
Una sfida nuova, inedita. Una sfida che consenta all’Italia di “girare finalmente pagina”.