La giornata milanese del candidato del Pd, Walter Veltroni, si chiude la sera in Piazza Duomo, gremita nonostante la pioggia.
Una partecipazione forse superiore alle attese nel capoluogo lombardo e Veltroni ringrazia «i centomila presenti che per me hanno un sapore del tutto particolare come i centomila di Napoli». Sul palco, oltre ai candidati Pd della Lombardia, anche diversi personaggi da Gino e Michele a Roberto Vecchioni a Linus. Presenti anche Roberto Colaninno, padre di Matteo Colaninno, capolista alla Camera in Lombardia 1, ad Afef Jnifen alle figlie di Enzo Biagi, e Bice e Carla.
«Sono ottimista, non solo perchè ho il dovere di esserlo ma anche perchè ho visto questo Paese. Sono ottimista con la ragione e sono ottimista con il cuore» dice Veltroni all’inizio del suo comizio.
Poi un abbraccio particolare alle figlie di Biagi: «Enzo Biagi è stato uno dei più grandi giornalisti italiani che ha sofferto una discriminazione dovuta al suo coraggio e alla sua onestá di giornalista». Il pubblico applaude e grida «Enzo. Enzo».
Veltroni continua facendo un bilancio del suo giro elettorale dell’Italia, sostenendo di «essere pronto a ricominciare il giro di tutte le province italiane, l’Italia è un Paese bellissimo che si deve amare di più. Queste piazze dimostrano che c’è una vera voglia di politica e di partecipazione, altro che antipolitica».
Una partecipazione che secondo Veltroni è declinata al futuro: «C’è bisogno di voglia di futuro, anzi semplicemente di voglia di presente. Noi abbiamo parlato di Internet, di una politica moderna e ci siamo sentiti rispondere da voci che venivano dal passato.
Cosa c’entra lo stalinismo o la rievocazione a Pontida del giuramento del 1100?. Io ho rispetto per tutti gli elettori – aggiunge – e per la loro buona fede ma se fossi un elettore leghista e sentissi ogni lunedì da vent’anni parlare di rivoluzione, inizierei a insospettirmi».
È una critica che Veltroni da tempo fa al partito di Umberto Bossi che – dice – il lunedì parla di secessione «e poi il martedì ci sono le macchine blu in doppia fila davanti ai ristoranti di Roma». Ma la sua è una critica che fa a Berlusconi, seppure, come al solito, senza nominarlo: dalla destra è stata chiesta «una scomunica dell’inquilino del Quirinale. Ma di che stiamo parlando?»
da: www.partitodemocratico.it – fonte: corriere.it