L’Italia senza governo, in attesa delle elezioni, ha fatto un altro passo avanti verso il risanamento dei conti pubblici. A sancire il miglioramento dello stato di salute dei nostri conti pubblici è stata ieri mattina la Banca d’Italia, che ha diffuso i dati relativi al debito e al fabbisogno delle amministrazioni pubbliche per il 2007.
Dai riscontri di Palazzo Koch emerge che al 31 dicembre dello scorso anno, il debito delle amministrazioni pubbliche è risultato pari a 1.596.762 milioni – il 104% del Pil – rispetto al dato di 1.575.636 milioni riscontrato nel 2006, pari al 106,5% del Pil. Una differenza sostanziale di due punti e mezzo percentuali che trova riflesso anche nel fabbisogno complessivo delle amministrazioni pubbliche, che nel 2007 è stato pari a 30.534 milioni, il 2% del Pil, contro il dato del 2006 che parlava di un fabbisogno di 54.380 milioni, equivalente al 3,7% del Pil.
Nei due anni il fabbisogno al netto delle dismissioni mobiliari – spiega Bankitalia – è stato pari, rispettivamente, al 2,2 e al 3,7 per cento del prodotto interno lordo. Le notizie che arrivano dall’Istituto centrale non potevano non lasciare il sorriso sulla bocca del ministro dell’Economia uscente Tommaso Padoa-Schioppa.
“Il dato diffuso oggi dalla Banca d’Italia – ha detto il titolare del Tesoro – sull’andamento del debito pubblico nel 2007, diminuito di 2 punti e mezzo di Pil rispetto al 2006, è migliore delle stime del governo e costituisce una conferma altamente positiva della validità dell’azione di risanamento dei conti pubblici realizzata dal governo Prodi”.
Positivo il commento del responsabile Economia del Partito democratico. “Il rapporto di Bankitalia registra, con l’autorevolezza che lo contraddistingue, un risultato storico per la finanza pubblica italiana: il calo del debito di 2 punti e mezzo sul Prodotto interno lordo, il calo del fabbisogno da crica il 4% al 2% del Pil e il confortante sulle entrate tributarie del 2008, in aumento di più del 10% rispetto all’anno precedente, in gran parte grazie ai risultati della lotta all’evasione fiscale”.
Secondo Tonini, “si tratta di risultati straordinariamente positivi, ottenuti grazie all’azione del governo Prodi e costituiscono la migliore eredità per la prossima legislatura. L’andamento positivo dei conti pubblici consente ora di portare avanti una strategia di riduzione della pressione fiscale, in particolare sui redditi medio bassi, che consenta quel sostegno alla domanda interna che è indispensabile per affrontare il nodo fondamentale dell’economia italiana, che è e resta il livello troppo basso della crescita”.
Lo stato di salute dei conti è una buona base da cui partire. Ecco l’eredità del governo Prodi, ben diversa da quella ricevuta dopo i cinque anni di cura Berlusconi-Tremonti. “Gli italiani – afferma Tonini – a poche settimane dal voto, sapranno ricordare come nel quinquennio del governo Berlusconi tutti gli indicatori di cui parla oggi Bankitalia erano al rovescio, con il debito in salita, la spesa pubblica cresciuta di 2 punti sul Pil e l’evasione fiscale arrivata alle stelle, anche grazie alla funesta strategia dei condoni”.
S.C.
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