POLITICA DEI REDDITI:
LA FAMIGLIA AL CENTRO
PREMESSA
La detassazione dei redditi dev’essere significativa se si vogliono produrre effetti positivi sui cittadini e stimolare l’offerta di lavoro e gli investimenti. Tagli minimali all’IRPEF rischiano di non essere realmente percepiti dai cittadini e di non aiutare la ripresa economica. Proponiamo quindi una detassazione “selettiva”, mettendo al centro della nostra politica fiscale la Famiglia, in particolare le famiglie monoreddito con figli, ovvero i soggetti oggi più penalizzati. Liberare risorse per queste famiglie non è solo un atto di giustizia, ma un investimento sociale.
PROPOSTE
Raddoppio degli assegni familiari per ogni figlio a carico (l’entità reale dipende dal reddito e dalla composizione della famiglia).
Deduzione dal reddito delle spese (rette e mensa) per gli asili nido, le scuole materne e i libri scolastici.
Spese mediche deducibili al 100 per cento senza tetto.
Aumento delle detrazioni fiscali per gli interessi dei mutui prima casa secondo la composizione del nucleo famigliare( numero dei figli,anziani a carico).
Un assegno pari al 60 per cento dello stipendio per i genitori che decidono di stare accanto al figlio nel suo primo anno di vita.
Blocco delle addizionali regionali e comunali Irap e Irpef.
Detassazione degli straordinari sui redditi da lavoro.
CASA:
I GIOVANI AL CENTRO
PREMESSA
La difficoltà di trovare casa è l’ostacolo principale per una giovane coppia che voglia sposarsi e formare una famiglia. Bisogna aprire il mercato per ottenere da un lato la diminuzione dei prezzi, dall’altro l’emersione del nero.
Il modello basato sulla costruzione di alloggi popolari non è una soluzione efficace: costa molto, ha tempi lunghi di realizzazione e propone una situazione rigida nella quale le famiglie assegnatarie continuano a occupare l’alloggio anche quando ha perduto i requisiti. Gli ex IACP, ora agenzie per la casa, hanno dimostrato in molti casi di diventare veri e propri carrozzoni pubblici produttori di sprechi di risorse.
Ci vogliono, quindi, strumenti anche fiscali innovativi e agili.
PROPOSTE
Cedolare secca del 20 per cento sugli affitti (non cumulabilità del reddito da affitto con gli altri redditi). In pratica, un’imposizione fissa al 20 per cento dell’Irpef sugli affitti.
Concessione alle cooperative a proprietà indivisa di aree edificabili a costi e con finanziamenti agevolati (l’assegnatario non diventa proprietario ma usufruisce a vita dell’alloggio, a un canone agevolato).
Subordinare la concessione di una nuova capacità edificatoria, sempre nel rispetto delle compatibilità ambientali, a una quota da destinare a residenza sociale con affitti calmierati o alla vendita agevolata per le giovani coppie.
“Buono affitto”. Contributo alle famiglie che, per la loro limitata capacità di reddito, non riescono a far fronte alle spese per l’affitto.
Azzeramento dell’Ici per coloro che affittano a canoni concertati (circa il 20 per cento in meno rispetto ai prezzi di mercato).
PAX FISCALE:
IL CITTADINO AL CENTRO
PREMESSA
Superare Visco. Dopo due anni di guerra tra il fisco e il cittadino, bisogna realizzare la “pax fiscale”: combattere davvero l’evasione, alleggerire il carico su famiglie e imprese, dare certezza delle regole.
PROPOSTE
Rispetto tassativo dello “Statuto del contribuente”, da portare al rango costituzionale (legislatore e amministrazioni non potranno colpire i redditi già prodotti con imposte retroattive).
Lotta effettiva all’evasione attraverso l’introduzione del conflitto d’interessi tra soggetti (detraibilità dalla dichiarazione dei redditi delle spese sostenute e documentate).
La lotta all’evasione va fatta attraverso un migliore e maggiore impegno dell’amministrazione fiscale e non attraverso la moltiplicazione e complicazione delle norme.
Tregua fiscale: una volta fatte le riforme fiscali, il governo si impegna per i successivi due anni a non introdurre nuove regole o modificare le esistenti.
LA SCUOLA:
I MERITEVOLI AL CENTRO
PREMESSA
Non c’è futuro senza sapere. Nel mondo globalizzato l’Italia può competere solo puntando sulla qualità, quindi sull’istruzione. Il merito deve tornare al centro del sistema educativo.
PROPOSTE
Maggiori investimenti nella scuola pubblica.
“Buono scuola” per la libertà d’educazione: contributo alle spese della retta per i figli che frequentano scuole paritarie.
Deduzione dal reddito delle spese (rette e mensa) per gli asili nido, le scuole materne e i libri scolastici.
UNIVERSITA’ E RICERCA:
IL SAPERE AL CENTRO
PREMESSA
I finanziamenti pubblici per la ricerca in Italia incidono per l’1.2% del Pil, livello tra i più esigui nei paesi industrializzati. Una carenza anche maggiore si rileva nei finanziamenti privati. Eppure, la ricerca è un mezzo essenziale per garantire la competitività del nostro sistema industriale. Negli ultimi vent’anni sono aumentate le sedi universitarie, sono nati nuovi atenei in regioni e province che ne erano prive, assistiamo però a una grave carenza di mezzi e strutture. Molti corsi di laurea sono vere e proprie scatole vuote. In generale, si è innescato un meccanismo di liceizzazione dell’università italiana. Il corpo docente è anziano, se confrontato con quello delle altre nazioni occidentali, con troppi generali e poca truppa. E domina il nepotismo.
PROPOSTE
Aumento dei salari dei ricercatori e professori universitari.
Aumentare il finanziamento pubblico alla ricerca fino ad almeno l’1.8% del Pil, evitando i finanziamenti a pioggia o destinati a progetti di scarso valore
Designare un corpo qualificato di valutatori dei progetti, eventualmente integrato da esperti non italiani di riconosciuto valore.
Destinare una quota dei finanziamenti (10-15%) ai giovani ricercatori, con l’obiettivo di far emergere nuovi talenti.
Riservare quote incentivanti di finanziamenti pubblici a gruppi di ricerca che si consorzino su progetti strategici.
Detrazione e detassazione dell’investimento dei privati nella ricerca.
Maggiore coinvolgimento delle Fondazioni bancarie nei finanziamenti alle Università.
Ridurre la frammentazione universitaria. Bloccare l’istituzione di nuovi atenei, ma potenziare le strutture esistenti avendo come modello i “campus universitari”.
Responsabilizzare l’autonomia degli atenei attraverso meccanismi premianti e penalizzanti, collegati con parametri qualitativi delle prestazioni offerte, sia a livello di fondo ordinario di finanziamento che di stipendio del personale.
Borse di studio all’estero per studenti meritevoli, in aggiunta a quanto già previsto dalla normativa nazionale ed europea.
COMPETITIVITA’:
L’IMPRESA AL CENTRO
PREMESSA
Bisogna rendere facile la vita delle imprese, liberando il mercato e agevolando la creazione di attività (soprattutto dei giovani), potenziando al tempo stesso quelle già esistenti.
PROPOSTE
Snellimento e semplificazione delle pratiche burocratiche. Eliminare costi e vincoli amministrativi ingiustificati.
Introduzione generalizzata dello “sportello unico” e silenzio/assenso in tutte le procedure amministrative.
Versamento e detrazione dell’Iva non più contestualmente all’emissione della fattura, ma in coincidenza con l’incasso effettivo.
Revisione degli studi di settore tenendo maggiormente conto delle specificità di categoria e territoriali.
Detassazione di parte degli utili reinvestiti in impresa.
Detassazione degli straordinari.
L’UOMO AL CENTRO
L’UDC rivendica con orgoglio la sua natura di partito laico di ispirazione cristiana che fa riferimento alla dottrina sociale della Chiesa e informa la sua azione ai principi del bene comune, della solidarietà e della sussidiarietà, applicati alla moderna società. In quest’ottica rivendica con forza il:
Rispetto della vita, dal concepimento alla morte naturale.
Rispetto della dignità della persona umana, con particolare riguardo ai diritti costituzionalmente garantiti della salute, del lavoro, dell’iniziativa economica, dell’istruzione, della libertà personale e del giusto processo.
Rispetto della libertà religiosa, con particolare considerazione per la nostra identità cristiana, frutto della storia e della tradizione italiana.
Rispetto della famiglia, intesa come società naturale fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna.
Rispetto della libertà di educazione dei genitori.
Rispetto delle comunità intermedie tra lo Stato e il cittadino, con particolare riguardo alle autonomie locali e alle associazioni di volontariato.
SICUREZZA
PREMESSA
E’ un nostro dovere rendere la vita dei cittadini più sicura. Potenziare gli strumenti a disposizione delle Forze dell’ Ordine, aumentare i controlli sull’ immigrazione ed incentivare l’integrazione difendendo fortemente la nostra identità sono tra le nostre priorità.
PROPOSTE
Immigrazione extracomunitaria controllata e condizionata alla disponibilità di lavoro, abitazione e regolarizzazione fiscale.
Integrazione nel rispetto non solo della nostra legge ma anche della nostra cultura e tradizione.
Previsione di una effettiva e celere espulsione degli stranieri autori di reati.
Accentuazione del ruolo di raccordo del Prefetto tra le autonomie locali e tra queste e lo Stato.
Lotta senza quartiere alla c.d. microcriminalità, al traffico di stupefacenti, allo sfruttamento della prostituzione e alla riduzione in schiavitù.
Ripristino degli stanziamenti di bilancio precedenti alle ultime due finanziarie del Governo Prodi a favore delle Forze dell’Ordine, di cui si riconosce l’insostituibile funzione di presidio della legalità, in particolare:
riordino delle carriere in linea con gli altri paesi europei;
riconoscimento della specificità professionale per remunerare adeguatamente il rischio e il disagio derivante dall’attività di servizio.
Reperimento delle risorse per aprire il tavolo negoziale per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto sicurezza e difesa per il biennio 2008/2009.
Contrattualizzazione della dirigenza delle Forze di Polizia.
Reintroduzione del reato di oltraggio a pubblico ufficiale, per restituire autorevolezza e prestigio alla funzione svolta dagli operatori del settore.
Nuova normativa in materia di vigilanza privata e sicurezza complementare (con particolare riferimento alla sicurezza degli stadi e degli edifici scolastici).
GIUSTIZIA
PREMESSA
Un Paese più giusto è un Paese più sicuro.Non ci interessano le polemiche tra operatori della Giustizia ma il risultato: la risposta di Giustizia deve essere certa e rapida.
PROPOSTE
Riorganizzazione della geografia giudiziaria secondo parametri minimi di funzionalità.
“Rottamazione” delle cause civili: incentivazione delle conciliazioni delle cause pendenti attraverso bonus fiscali.
Ricorso alla risoluzione alternativa delle controversie tramite gli organismi di conciliazione (introduzione della conciliazione per le liti condominiali).
Introduzione di sanzioni significative per chi agisce o resiste in giudizio in modo palesemente infondato.
“Se lo puoi arrestare lo puoi giudicare”: contestualità di giudizio tra libertà e colpevolezza; collegialità nei giudizi sulla libertà personale; incentivazione del giudizio con il rito immediato e per direttissima.
Certezza della pena: il giudice del giudizio decide anche le modalità di esecuzione della pena; sfoltimento delle misure alternative al carcere, limitate a casi tassativi dopo aver scontato effettivamente almeno 2/3 della pena; introduzione del rito abbreviato su richiesta del PM per i reati meno gravi e contravvenzionali.
Responsabilità del PM per l’esercizio dell’azione penale.
Semplificazione dei riti civili e penali con attribuzione al giudice della responsabilità della ragionevole durata del processo con adozione di protocolli di gestione e programmazione delle udienze.
Riforma della Sezione Disciplinare del CSM come organo esterno composto di personalità indipendenti.
Attribuzione alla Polizia Giudiziaria di un reale potere di indagine e di investigazione, fissando termini perentori per la durata delle indagini preliminari.
Utilizzo per le notifiche del domicilio del difensore con posta elettronica, garantendo il diritto di difesa ma evitando le lungaggini processuali.
Esclusione del giudizio abbreviato e dell’applicazione della pena su richiesta delle parti per i reati più odiosi.
ENERGIA E AMBIENTE
PREMESSA
E’ nostro compito potenziare tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, dalla semplificazione della normativa vigente alla promozione dell’innovazione tecnologica, per permettere all’Italia di uscire dal livello di dipendenza energetica cui è ormai giunta.
PROPOSTE
Semplificazione della normativa vigente e riordino delle competenze in materia di energia dei vari organi ed enti (Stato, Regioni, Enti locali, Autorità per l’energia). Il “federalismo energetico” non può essere diritto di veto ma assunzione di responsabilità.
Diversificazione delle fonti di energia
Rilancio, anzitutto a livello di studio, della produzione di energia nucleare e riattivazione del patrimonio scientifico e tecnologico esistente.
Diffusione e semplificazione degli incentivi per l’impiego delle fonti rinnovabili: sole, vento, biomasse (vegetali e rifiuti), riducendo l’impatto ambientale.
Promozione ed incentivazione della diffusione di energia prodotta da privati mediante piccoli-medi impianti alimentati da fonti rinnovabili.
Promozione della produzione congiunta di energia elettrica e calore nei singoli edifici.
Aumento del numero di rigassificatori.
Trasformazione dei rifiuti da problema a risorsa mediante la costruzione di termovalorizzatori.
Promozione dell’innovazione tecnologica e dell’efficienza energetica
Sviluppo di una nuova capacità produttiva di energia elettrica privilegiando progetti di ristrutturazione di impianti esistenti.
Promozione dell’efficienza energetica e del risparmio energetico a lungo termine, incentivando l’estensione della certificazione energetica degli edifici e il miglioramento dell’efficienza energetica dei trasporti (specialmente urbani).
Previsione di strumenti finanziari per attrarre investimenti in progetti di efficienza energetica e nelle società che forniscono servizi energetici.
Mediante questi strumenti, riduzione complessiva del costo dell’energia.
Potenziamento della capacità e dell’efficienza delle reti di distribuzione dell’energia e, in particolare, delle reti di interconnessione che trasportano e distribuiscono energia collegando più paesi europei.
Agricoltura
Restituire all’agricoltura il ruolo di difesa del territorio e valorizzare le produzioni di qualità attraverso:
tutela del made in Italy dall’agropirateria.
Incremento della diffusione degli acquisti verdi nella pubblica amministrazione; promozione dei prodotti verdi nella grande distribuzione.