Prende il via nel suggestivo scenario della Valle dei Templi di Agrigento la campagna elettorale di Anna Finocchiaro, candidata del Pd e della Sinistra Arcobaleno alla presidenza della regione siciliana.
“Mi rivolgo da qui – esordisce – alla gente di Sicilia dalla Valle dei templi, uno dei luoghi più conosciuti al mondo che in sè significa quanta storia, cultura e bellezza siano dietro di noi. Non dobbiamo dimenticare – aggiunge – il passato e usarlo per non accontentarci, per cambiare”.
Al centro del suo discorso la lotta alla mafia in nome della legalità , così ha promesso: “La qualità e l’eccellenza devono diventare simbolo di riconoscibilità del made in Sicily ma la pre-condizione di tutto questo è la legalità. Non si può competere in un mercato segnato dalla presenza della criminalità. Bisogna rendere conveniente la legalità”.
Così Anna ha presentato la sua ricetta: “E’ necessario premiare quelle aziende che si comportano secondo le regole prevedendo una certificazione di qualità per le imprese che non pagano il pizzo e che non si avvalgono di capitali a partecipazione mafiosa. Rendiamo conveniente la legalità”.
E sarà proprio lo slogan Cambia il volto della Sicilia ad accompagnarla in tutte e nove le province della Sicilia per ben tre volte. Prima i capoluoghi, poi i comuni più grossi delle singole province e poi di nuovo i capoluoghi e i centri più grandi dell’isola. “Noi possiamo tornare a essere i migliori, a essere il sale della terra. Lasciamo che la speranza, per una volta, ci gonfi il cuore”.
“Voglio – aggiunge poi – prendermi cura della Sicilia come farebbe una madre e spero di farlo insieme a tante altre madri”.
La Finocchiaro ha poi illustrato quello che sarà il suo programma: “Entro i primi sei mesi di governo m’impegno a insediare una commissione di altissimo livello perchè stili un piano strategico per l’efficienza degli uffici regionali e stabiliremo tempi massimi per i procedimenti amministrativi”.
Gli sprechi del centrodestra. “Il governo Cuffaro – ha spiegato la Finocchiaro – ha sprecato risorse. Nel 2006 l’amministrazione generale è costata alla Sicilia 2.177 milioni, contro i 626 della Lombardia. In compenso l’isola ha impiegato 5 milioni in meno, sempre rispetto alla Lombardia, per la spesa sociale: non mi risulta che qui ne abbiamo meno bisogno”.
Per la Finocchiaro è ora di “cambiare strada. Si deve parlare di lavoro e dobbiamo farlo con il cappello in mano per rispetto delle disoccupate, dei disoccupati e dei precari siciliani. Annuncio sin da ora che a questo tema dedicherò un discorso della campagna elettorale, dopo i numerosi incontri che avrò con imprenditori e sindacati”.