Un grande stabilimento industriale in via di dismissione, un palasport, un teatro cittadino. Il “Giro dell’Italia nuova” di Walter Veltroni, il tour elettorale che lo porterà a toccare tutte le 110 province italiane prima delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile, ha fatto oggi tappa nelle Marche. Ascoli Piceno, Porto San Giorgio, Macerata. Tre scenari e tre città molto diverse tra loro, accomunate, in questo caso, dalla stessa passione e dallo stesso entusiasmo. Sentimenti che, d’altronde, stanno accompagnando tutto il viaggio del segretario e candidato premier del Pd, giunto ormai alla quattordicesima provincia italiana.
La giornata di Veltroni nelle Marche comincia nel primo pomeriggio, quando arriva ad Ascoli Piceno e, come primo appuntamento, visita gli stabilimenti della SGL Carbon, una ex multinazionale, ora in dismissione, che da oltre mille dipendenti è passata in pochi anni a soli trenta. Qui il segretario del Pd affronta il delicato tema della disoccupazione. Un tema purtroppo molto sensibile per tutti i cittadini dell’ascolano. Non è un caso che ad aprire l’iniziativa sia stato proprio l’intervento di una lavoratrice di un’altra grande azienda della provincia, anch’essa in crisi, che è stata costretta a mettere in cassa integrazione l’80% dei suoi dipendenti. Compresa Domenica Virgili, una donna di mezza età che si considera “troppo giovane per andare in pensione e troppo vecchia per cercare un altro lavoro” e chiede a Walter Veltroni quali siano le intenzioni del Pd in materia: “Non chiediamo l’elemosina – dice Domenica – ma il diritto a lavorare, Ascoli sta perdendo la dignità”.
La risposta del leader del Pd non si fa attendere e investe tutto il mare di problematiche che oggi affliggono il mondo del lavoro. “Ascoli – dice – rappresenta un pezzo di storia della nostra industria. Non voglio che esista una realtà dove se si perde un lavoro non si possa trovarne un altro”. In questo senso, secondo Veltroni, occorre puntare sulla “formazione, che deve rappresentare un fiume da attraversare per passare da un settore in declino a uno in espansione”. Le problematiche dell’universo lavoro sono molteplici e il segretario del Pd non se lo nasconde, assicurando però che questo settore determinante sarà al centro delle politiche del governo in caso di vittoria elettorale.
“Lo Stato – dice – si deve occupare dei problemi reali delle persone. Ci sono due grandissime emergenze sociali da affrontare, la condizione dei ragazzi con la loro vita all’insegna della precarietà, e coloro che perdono il lavoro ad una certa età”. Lo Stato si deve occupare di questo, e lo farà, come scritto nel programma di governo, se il Pd vincerà le elezioni. Così come si dovrà occupare di riavviare lo sviluppo imprenditoriale del Paese, creando le condizioni per “riconvertire settori che non si possono più solo difendere”, e aiutando “gli imprenditori, contribuenti leali che rischiano sulla loro pelle e creano a loro volta lavoro e ricchezza”. Insomma, il Partito democratico punterà ad un nuovo grande patto tra lavoro e impresa, per favorire la rinascita economica del Paese, uscire dalla crisi e migliorare le condizioni di vita di tutti i lavoratori.
Da Ascoli Piceno, il pullman di Veltroni ha fatto rotta verso il mare Adriatico, con meta il Palasavelli si Porto San Giorgio, nota località marittima in provincia di Fermo. Anche qui l’ormai consueta scena: il palasport, nonostante siano solo le 16,30 del pomeriggio, in pieno orario lavorativo, si fa trovare gremito in ogni ordine di posto. Ad aspettare il segretario del Pd, tra gli altri, l’attore e comico televisivo Neri Marcorè, delegato all’Assemblea costituente del Pd, che smentisce le voci di una sua possibile sua candidatura alle prossime politiche. “Continuo a fare il mio mestiere – dice – non mi sentirei di fare una cosa a mezzo servizio. Ci sono persone che la politica la fanno sicuramente meglio di me e quindi – afferma lasciando la parola al segretario del Pd – mi affido a loro”.
Veltroni, che ha appena ricevuto in regalo una maglia del Montegranaro Basket, apprezza e ringrazia. E si rivolge proprio ai ragazzi della squadra di Basket più sorprendente d’Italia, quella di una cittadina di 13mila abitanti, Montegranaro appunto, che ora si ritrova in Serie A1 a competere con le migliori formazioni delle più grandi città del Paese. “Voi siete la dimostrazione che si può fare”, dice il leader del Pd, che poco prima aveva ascoltato l’emozionato ed emozionante intervento di una ragazza di 17 anni, Emanuela, che, come tanti giovani della sua età, imputava alla sua generazionedi “non avere più sogni”. Al tempo stesso diceva però di vedere nel Pd l’unica novità che questi sogni sta riuscendo a farli rivivere. E’ emblematico il forte abbraccio tra la giovane studentessa e Veltroni. Che poi rivolge il suo pensiero alla squadra di basket in carrozzina del Santo Stefano,presente al Palasport: “Vedere giocare persone meno fortunate di noi che realizzano il proprio sogno è qualcosa di meraviglioso, un esempio per tutti”.
Lasciato Porto San Giorgio, i due pullman del “Giro dell’Italia nuova” si dirigono verso Macerata, teatro don Bosco, per l’ultima tappa della giornata. Ad attendere Walter un’accoglienza addirittura fuori dal normale, al punto che gli organizzatori, data l’insufficienza di posti a sedere, sono costretti ad allestire in fretta e furia un maxischermo all’esterno del teatro per i cittadini rimasti fuori. Prima del discorso di Veltroni, intervngono Sara Giannini, segretario regionale del Pd e Giulia, una ragazza di 15 anni che chiede “più spazio per i giovani e per le donne”. Poi il palco è per il segretario che, come già fatto nei giorni scorsi, alla luce del continuo e crescente afflusso di gente che partecipa alle iniziative in tutta Italia, non può fare a meno di constatare che “questo Paese stupisce sempre”. Un Paese in cui tutti davano per sconfitta la politica in generale ancora prima che una parte di essa e che invece, dopo poche settimane, risponde con inattesa passione alla nuova sfida lanciata dal Pd.
“Una sfida – ricorda Veltroni davanti alla gente di Macerata – fatta di un linguaggio nuovo della politica”, che si oppone a quel tipo di politica di cui invece “la gente non ne può più”, a quella “macchina pesantissima” che ha allontanato i cittadini e fatto nascere l’ondata di antipolitica, alcune istanze della quale sono ampiamente condivibili. “Come ad esempio – ammette il segretario – il concetto per il quale chi fa le leggi non deve avere problemi con quelle leggi che egli steso fa”. Il Paese, insomma, è stanco “della conflittualità esasperata ed immobile. Mentre da noi si è litigato per quindici anni, il resto del mondo è andato avanti e noi siamo rimasti fermi”. La politica, sottolinea Veltroni, “è una cosa meravigliosa, se vissuta come un vero impegno civile”, se torna a correre su quei binari, “l’idealità da una parte e la concretezza dall’altra”, che l’hanno contraddistinta nelle sue espressioni migliori.
Per fare tutto ciò è indispensabile lasciarsi alle spalle il tempo dell’odio e delle divisioni, “come hanno fatto a Roma la mamma di Valerio Verbano e il fratello dei fratelli Mattei”, vittime di una stagione, quella del terrorismo, che ha provocato centinaia di morti assurde ed inutili. E’ tempo anche oggi “del rispetto reciproco, del rifiuto della violenza, dell’odio e l’intolleranza. L’Italia – afferma Veltroni – ha bisogno di unità, mai come in questo momento”. E la dimostrazione di tutto ciò è il consenso che il Pd sta raccogliendo nelle ultime settimane, un consenso che cresce giorno dopo giorno e che si sta traducendo in una forte e crescente rimonta nei confronti dell’avversario politico. “Quello che piace della nostra scelta – osserva il leader del Pd – è la novità, la decisione unilaterale di dichiarare concluso il quindicennio della contrapposizione e delle alleanze mastodontiche. Ora, per la prima volta, una grande forza politica può dirsi, non sola, ma libera”. Cosa che invece non ha potuto fare il passato governo, di cui “Romano Prodi, che ha fatto veri e propri miracoli, è stato un grande presidente del Consiglio”, condizionato da veti, divisioni e conservatorismi.
Il Pd ha deciso di invertire questa tendenza, di cambiare pagina. Ha deciso di occuparsi dei problemi della gente. Di combattere il precariato “che rende la vita impossibile ai nostri ragazzi”, di introdurre un sistema fiscale nuovo “amico dello sviluppo”, di “ridurre la spesa pubblica e di aumentare quella sociale”, di investire “nelle infrastrutture per rendere moderno e agile il nostro Paese”. E ancora, di procedere speditamente verso “la riconversione ambientale dell’economia”, di siglare “una grande alleanza del lavoro”, di “intervenire sulla grande emergenza che si chiama stipendi e salari”, di “unire laici e cattolici fermo restando il principio di laicità dello Stato e delle istituzioni”. Il Pd, insomma, ha deciso di governare questo Paese, e al tempo stesso di renderlo governabile con le riforme istituzionali di cui ha bisogno. Walter ci crede. “Sono molto fiducioso, l’Italia ha una gran voglia di cambiamento. Se tutti facciamo la nostra parte, comincia una storia nuova. Si può fare”. D’altronde, dice Sara Giannini parafrasando Antoine de Saint-Exupéry, “abbiamo nostalgia di un Paese forte e autorevole e di una guida che possa portarci verso il mare infinito”.
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